Artista, performer e artista digitale, Patrick Moya, mix e remix come DJ, tutti i media disponibili, vecchi e nuovi, ma rivisita anche il suo lavoro con l’obiettivo finale di « diventare una creatura che vive nel suo lavoro. »
Alla maniera di un alchimista, vuole trasformare, non il piombo in oro, ma “il creatore in una creatura”, che spiega attraverso un’interpretazione molto personale delle teorie di McLuhan.
Nato nel 1955 a Troyes da genitori di origine spagnola, Patrick Moya ha studiato alla Villa Arson (scuola d’arte) di Nizza, prima di posare nudo come modello per i disegnatori nelle scuole per dieci anni, il suo obiettivo poi di « Diventare la creatura al posto del creatore ».
Affascinato da McLuhan, si è interrogato con lui sui cambiamenti apportati alla storia dell’arte dai nuovi media: « Con i media onnipresenti, come la televisione dal vivo, il creatore non ha più tempo di raccontare la storia dell’arte; deve, per esistere, diventare una creatura »; nel suo periodo di Nuovo letterista prima di inventare (nel 1996) un alter ego, il suo piccolo « moya », un autoritratto caricaturale ispirato a Pinocchio che gli permette di esistere nella sua opera.