Patrick Moya

Visitatori della Costa Azzurra, amanti del Circo di Montecarlo o del Carnevale di Nizza conosceranno bene Patrick Moya e la sua ricca produzione artistica: la mucca Moya del « Cow Parade » 2005 installata di fronte al Casino’ di Montecarlo, i coloratissimi carri del Carnevale di Nizza, le decorazioni degli autobus che caratterizzano la Croisette di Cannes o la grande testa di Moya che segnalava l’ingresso del Museo Malmaison in occasione dell’esposizione nel 2011 « Civilisation Moya », senza dimenticare le sue opere digitali e il suo mondo virtuale sulla Second Life.

L’artista ama molto l’Italia e sarà questa l’occasione per entrare nel generoso Universo Moya con opere di ogni formato e genere realizzate per il Circo di Montecarlo: grandissime tele, quadri, sculture in acciaio, ceramiche e altro ancora.

In occasione della mostra di Caserta ad Arterrima, anche il canale televisivo specializzato Sky Arte ha pubblicato le sue opere dandone rilievo nazionale.

Biografia

Specialista delle arti visive, performer e artista digitale, Patrick Moya vuole provare ogni campo artistico e lasciare la sua firma in ogni luogo: erige sculture monumentali in Asia, mentre in Italia modella in argilla le lettere del suo nome, passando con fantasiosi virtuosismi dal pennello al computer, dalle mascotte di serate tecno ai dipinti sui muri di una cappella, dall’arte contemporanea alle avanguardie digitali, dalla vita reale a quella virtuale della Second Life… un’attitudine invasiva ed unica usando come pretesto il suo nome e la sua immagine: l’artista diventa opera!

Nato nel 1955 a Troyes, da genitori d’origine spagnola, Patrick Moya frequenta l’Accademia d’arte Villa Arson a Nizza. Inizia ad indagare il ruolo dell’artista contemporaneo leggendo le opere di Macluhan e mette in pratica le sue riflessioni posando come modello per gli studenti delle Belle Arti, conciliando cosi Creatura e Creatore. Intraprende in modo attivo il ruolo d’artista, lavorando con le lettere del suo nome, assimilando l’opera con la sua firma. Nel 1996 crea il suo personaggio, caricatura del suo autoritratto, che accompagnato da un bestiario dalle forme umane anima il Moya Land. In Second Life continua la sua opera rigeneratrice, diventando – secondo il critico Mario Gerosa – uno dei massimi pionieri dell’arte virtuale. Concepisce le sue isole 3D come un’opera globale in cui il Creatore è finalmente divenuto Creatura: l’avatar Moya Janus accoglie i visitatori immergendoli nel suo universo.