Alex Angi

Alex Angi (Cannes25 novembre 1965) è un artista francese, conosciuto a livello internazionale sia come esponente della Cracking Art sia a livello personale

L’artista si ispira al rapporto fra il naturale e l’artificiale con lo scopo di rappresentare la presente realtà storica, utilizzando materiali riciclati, in particolar modo la plastica, che è la materia della contemporaneità.

Il risultato sono coloratissime esplosioni plastiche, opere dotate di una straordinaria forza espressiva sia a livello strutturale che cromatico.

Ha esposto le sue opere in numerose gallerie e musei, tra cui Freies Museum di Berlino, Show-off Art Fair 2011 a Parigi, Vercelli-Arca sede Guggenheim, galleria Magda Danysz di Parigi e a Shangai con “Meccanorganic” (2012).

Alex Angi

Mi ispiro al rapporto fra il naturale e l’artificiale, cercando di rappresentare o anticipare la realtà storica in cui viviamo, utilizzando la materia plastica che è la materia della contemporaneità.
Dall’età della pietra all’età del bronzo fino ai giorni nostri, possiamo dire che oggi, noi siamo nell’età della plastica.
La materia plastica nasce dal petrolio che è una sostanza organica che da migliaia di anni contiene tutto il vissuto del pianeta. Nel suo incontro con l’uomo, che rompe la sua catena molecolare, da naturale diviene artificiale per poter plasmare tutta la realtà che ci circonda.
Nel mio lavoro ho sempre cercato il rapporto con la scienza e le nuove tecnologie che dopo la rivoluzione industriale ne preparano un’altra: la rivoluzione G.N.R.
Genetica, nano-tecnologica e robotica. Queste tre rivoluzioni fuse assieme, creeranno una singolarità, un’accelerazione, una modificazione del vivente. Una simbiosi fra la materia, il vivente e la tecnica che è la materializzazione del pensiero umano, che entrerà sempre di più nella materia fino a modificare la sua codificazione genetica e biologica. Dovremo abituarci a dei nuovi concetti della natura: dove inizia il naturale dove finisce l’artificiale?
Mai l’uomo nella sua storia, è andato così lontano nella conoscenza del vivente, che sia nel micro o macrocosmo.
Grazie alla meccanica quantistica e relativista, cominciamo a capire e modificare il vivente dal più piccolo nocciolo atomico fino all’universo.
Nella mia ricerca e grazie al materiale che ho scelto “la plastica” che sia con i nanoland, plastic invasor, plastic land o multivers, cerco attraverso le emozioni, le forme, i sensi, di codificare e di dare forme a un vivente ancora in divenire, che nel bene e nel male forgerà il nostro mondo, la nostra umanità, la nostra realtà. Alex angi
Nato nel 1965 a Canne – Francia, Alex Angi è un esponente della Cracking Art.
Il gruppo internazionale Cracking Art nasce il 30 maggio 1993 con la firma del manifesto detto “ di fine millennio “, manifesto che ne sancisce la filosofia e gli intenti.
Ideologo e fondatore del movimento è Omar Ronda ( 1947 – Biella / Italia ) e firmatari del documento: William Sweetlowe ( 1948 – Ostenda / Belgio ), Renzo Nucara ( 1955 – Crema / Italia ), Marco Veronese ( 1962 – Biella / Italia ), Alex Angi ( 1965 – Cannes / Francia ), Carlo Rizzetti ( 1969 Bruxelles / Belgio ), Kicco ( 1969 Biella / Italia ).
Sin dalla prima mostra “ EPOCALE “ a Milano nel 1993, curata di Tommaso Trini e Luca Beatrice, si evidenzia l’intenzione del gruppo di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale ed ambientale e l’uso rivoluzionario ed innovativo di materie plastiche diverse ed evocative di un rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale. Seguono centinaia di mostre ed eventi in tutto il mondo che danno al gruppo una notorietà internazionale, ne citiamo alcune: 1994 Chiostro del Brunelleschi, Santa Maria degli Angeli ( Firenze ). – S.O.S. Crackingmaremuore, Mole Vanvitelliana (Ancona ). – 1996 Mille delfini a Milano, Piazza del Duomo, Arengario di Palazzo Reale, Assessore alla Cultura Philippe Daverio. – 1998 Pop, Graffiti, Cracking Art, La Posteria (Milano ) e Galleria Pananti ( Firenze ). – 1999 Andy Warhol e Cracking Art, Galleria Pananti ( Firenze ). – 2000 L’arte, correnti, artisti e società dal 700 ai giorni nostri, libro di testo adottato dal sistema pedagogico istituzionale Italiano, a cura di Piero Adorno e Adriana Mastrangelo. – 2001 Invito ufficiale e partecipazione alla 49° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, curatore Harald Szeemann, cataloghi a cura di Lucrezia De Domizio Durini, Maurizio Sciaccaluga e Alessandro Riva – Città di Arezzo per il Twin Tower Found di Rudolph Giuliani, Ambasciata Americana in Italia. – Tutto l’odio del mondo, Palazzo Reale ( Milano ) a cura di Alessandro Riva. – Città di Vilnius, a cura dell’Istituto Italiano di Cultura ( Lituania ). – 2002 inaugurazione del Centro Studi e Documentazioni Cracking Art ( Biella ). – Denaro e Valori ( Bienne – Svizzera ) a cura di Harald Szeemann. – 2003 Beaufort – Triennale D’arte del Belgio, a cura di Willy Van den Bussche, Klaus Bussmann, Rudi Fuchs, Jean-Hubert Martin. – Plastica d’Artista, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica ( Milano ) a cura di Tommaso Trini. – Guy Pieters Gallery, a cura di Willy Van den Bussche. – 2004 Arte stupefacente dai Dadà alla Cracking Art. Edizioni Mazzotta, testi di Philippe Daverio. – 2005 Sul filo della lana, (Biella ) a cura di Philippe Daverio. – Museo di Santa Apollonia ( Venezia ) in occasione della 51° Biennale di Venezia, catalogo Mazzotta a cura di Martina Corgnati ed Elena Forin – Galleria Civica d’Arte Contemporanea Palazzo Collicola (Spoleto ) a cura di Martina Corgnati – Fondazione delle Stelline ( Milano ) a cura di Martina Corgnati. 2006 Museo d’arte Moderna di Lousieville Kentucky – Centre d’Art Villa Tamariss, Les Nouveaux Pop – Jean-Luc Chlumeau – La Sien sur Mer (Tolon) – Beaufort 2006, Ufo Gallery (Ostenda), Accademia di Belle Arti e Galleria Santo Ficarra (Firenze) – Cracking Art la cultura che non c’era – Città di Terni – Cracking Art revolution – Città di Treviso – 2007 Mostra e sette monografie a cura di Elena Forin, Tornabuoni Arte (Firenze) – SOMA Seul Art Museum -Chiostro del Brunelleschi (Roma)
Decine sono i libri e cataloghi pubblicati dai principali editori Italiani e migliaia i testi critici e gli articoli divulgati in tutto il mondo.